Nel corso della storia dell’uomo i più grandi scienziati ci hanno insegnato a capire meglio il mondo attraverso la matematica. I più grandi progressi scientifici e tecnologici hanno avuto luogo grazie alla matematica.
Con essi è cambiata anche la nostra visione delle cose. Lo sa bene Karen Keskulla Uhlenbeck, la prima donna a vincere il Premio Abel per la matematica, che oltre a dare il suo decisivo contributo alla scienza, ha deciso di compiere un gesto emblematico in un momento particolare della sua carriera, una grandissima testimonianza di cambiamento sociale per tutti coloro che continuano a credere in un mondo STEM più paritario e senza differenza di genere.
Oggi vi racconteremo la storia di Karen Keskulla Uhlenbeck, matematica statunitense, classe 1942, nota al mondo scientifico per i suoi fondamentali contributi nel calcolo delle variazioni.
Nel 2019 la Uhlenbeck è stata la prima donna a vincere il prestigioso Premio Abel per – come si legge nella motivazione dell’Accademia Norvegese delle Scienze e delle Lettere – “i suoi risultati pionieristici nelle equazioni differenziali alle derivate parziali geometriche, nella teoria di gauge e nei sistemi integrabili e per l’impatto fondamentale del suo lavoro sull’analisi, la geometria e la fisica matematica”.
In poche parole, le scoperte della Uhlenbeck consentiranno di unificare due delle quattro forze fondamentali della natura: l’elettromagnetismo e la debole forza nucleare. Questi risultati riusciranno a far compiere alla matematica i più importanti progressi degli ultimi 40 anni anche perché la teoria di Gauge è alla base di gran parte della fisica teorica moderna e costituisce una parte integrate della ricerca all’avanguardia nella fisica delle particella, la relatività generale e la Teoria delle stringhe.
Si tratta di una vittoria molto importante non solo per motivi scientifici, ma anche per la questione di genere. Nel corso della sua carriera la Uhlenbeck è stata molto attiva anche da questo punto di vista. A tal proposito vogliamo ricordare questo significativo episodio accaduto nel 2007. Con queste parole dopo aver ricevuto lo Steele Prize della American Mathematical Society, la Uhlenbeck, ha denunciato la comunità matematica internazionale per il numero esiguo di donne in posizioni di vertice: «Sin dai miei giorni a Berkeley, la questione femminile è stata al centro dei miei pensieri. Rimango piuttosto delusa dal numero di donne che fanno matematica e che si trovano in posizioni di leadership. Questo fatto, a mio avviso, è dovuto principalmente al modo di pensare della comunità dei matematici e alle pressioni esterne da parte della società nel suo complesso. Cambiare l’atteggiamento e la cultura delle persone è un compito decisamente più importante rispetto ai risultati che ho raggiunto col mio lavoro».
Donne come Karen sono l’antidoto contro il Gender Gap, ma la situazione non è ancora positiva, la battaglia sarà ancora molto lunga. Continua la nostra azione di cambiamento per produrre una visione più globale e inclusiva.