Attualmente nel mondo sono rari i casi dove i diritti lavorativi delle persone transessuali vengono esplicitamente tutelati. Molto c’è ancora da fare e tante sono le difficoltà relazionali e sociali da superare. Oggi vi racconteremo la storia di un’altra importante vittoria sociale e tecnologica, quella di Sophie Wilson, la donna transgender che ha cambiato radicalmente il mondo grazie al suo ingegno e alle sue straordinarie intuizioni informatiche.
Come sarebbe oggi il mondo senza smartphone? Difficile immaginarlo.
Da quando Steve Jobs presentò il primo iPhone nel 2007 molte cose sono cambiate. É cresciuta la nostra voglia di comunicare; siamo diventati più curiosi e sono cambiate le nostre abitudini quotidiane. Persino la nostra idea di casa è cambiata: grazie all’uso degli smartphone tutto è diventato facilmente alla portata di un touch.
Trentacinque anni fa, quando tutto questo non esisteva, una giovane informatica inglese di nome Sophie Wilson riuscì a progettare il mondo così come lo viviamo noi oggi, realizzando uno dei primi microprocessori per smartphone, l’ARM1.
Tutto ebbe inizio prima che la Wilson entrasse a far parte della Acorn Computers Ltd. Le cronache raccontano che durante alcune vacanze pasquali, realizzò un prototipo di computer (una sorta di cow-feeder automatico), divenuto in seguito la base del primo computer Acorn System 1 (1979). Il sistema 1 si presentava come un kit che l’utente avrebbe assemblato grazie all’aiuto di un facile manuale. Negli anni successivi il Literacy Program della BBC Broadcaster incaricò Sophie e i suoi collaboratori di costruire BBC Micro, un home computer progettato per l’alfabetizzazione informatica dei bambini. BBC Micro fu un vero successo: negli anni seguenti furono, infatti, venduti milioni di BBC Microcomputer nelle scuole di tutto il Regno Unito.
Questo importante traguardo segnò il destino della Wilson e, per molti aspetti, quello di tutti noi: spinta dall’entusiasmo, l’informatica inglese, insieme al supporto dei suoi collaboratori realizzò infatti soluzioni sempre più innovative, tra cui il processore ARM. Oggi Smartphone, tablet e router a banda larga, smart TV, console di gioco ed elettrodomestici intelligenti di tutto il mondo sono in grado di svolgere le loro funzioni grazie all’impiego del microprocessore ARM Cortex-A. Per capire un po’ le proporzioni di questa immensa impresa tecnologica, possiamo affermare che ARM è diventato nel corso del tempo il processore di maggior successo al mondo: attualmente il numero di ARM venduti ammonta a 30 miliardi.
L’impresa tecnologica della Wilson ha segnato (per sempre) le nostre abitudini quotidiane, il nostro modo di interagire con il mondo e di pensare al futuro. Nel 2011 Maximum PC ha inserito la Wilson nella lista delle 15 donne più importanti nella storia dell’informatica. Nel 2012 è stata premiata insieme a Steve Furber con il Fellow Award dal Computer History Museum in California per il suo lavoro sul microcomputer BBC micro e sull’architettura dei processori ARM. Nel 2013 è diventata membro della Royal Society. Attualmente è la direttrice della progettazione dei circuiti integrati agli uffici di Cambridge della Broadcom.
Dietro straordinarie scoperte tecnologiche ci sono importanti conquiste sociali ancora da rivendicare. Ogni singolo successo raggiunto dalla Wilson è stato possibile anche grazie a un importante lavoro di squadra (ricordiamo l’amicizia e la collaborazione con Steve Furber), a intuizioni condivise e a un riconoscimento sociale guadagnato sul campo. La storia della Wilson ci insegna anche questo: un mondo tecnologicamente più evoluto è possibile solo se abbiamo tutti gli stessi diritti.
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