“Afghan Dreamers”: libere sognatrici anti-Covid
Secondo alcuni dati UNICEF, in Afghanistan solo il 40% delle ragazze riesce ad accedere al sistema scolastico e in alcune province, come Kandahar, Helmand, Wardak, Paktika, Zabul e Uruzgan, ci sono casi dove addirittura l’85% delle bambine e delle ragazze non va più a scuola. Oggi vi racconteremo la storia di un’importante vittoria sociale e tecnologica che porta la firma di un gruppo di cinque giovanissime ragazze afghane avvenuta durante l’emergenza COVID.
Durante questi mesi l’emergenza Coronavirus ha colpito duramente anche l’Afghanistan. Qui la situazione sanitaria locale, così come in molti altri Paesi del mondo, è critica e le cure ai pazienti colpiti da Covid-19 sono sempre più difficili a causa di una grave carenza di ventilatori.
Nella città di Herat, Somaya Faruqi, Dyana Wahbzadeh, Ellaham Mansori, Folernace Poya, e Nahid Rahimi hanno dato vita a due prototipi di respiratori perfettamente funzionanti: uno basato su un progetto del Massachusetts Institute of Technology (MIT), l’altro con componenti del motore di una Toyota Corolla. Entrambi i modelli sono realizzabili con materiali facilmente reperibili e con costi contenuti.
Le cinque giovanissime ragazze afghane hanno un’età compresa tra i 14 e i 17 anni e fanno parte di un programma scientifico per sole donne chiamato “Afghan Dreamers”, nato dall’iniziativa dell’imprenditrice hi-tech Roya Mahboob. Si tratta di un percorso educativo della durata di due anni, che ha l’obiettivo di insegnare alle giovani ragazze le conoscenze sulla robotica e di promuovere le loro attitudini verso le materie tecnologiche. Le ragazze sono selezionate per il loro talento fin dalle scuole superiori e poi raggruppate in diversi team di ricerca per lavorare insieme su progetti pensati prevalentemente per trovare soluzioni utili allo sviluppo dell’economia locale (come, per esempio, aiutare gli agricoltori nella raccolta dello zafferano e realizzare robot per il settore minerario).
Il lavoro delle Afghan Dreamers è figlio della necessità, ma è anche il naturale risultato di chi sogna un Afghanistan migliore, più inclusivo, dove tutte le donne possono accedere liberamente agli studi e coltivare le loro attitudini.
Oggi i due ventilatori sono ultimati e sono a disposizione degli ospedali locali per salvare vite umane. Alle Afghan Dreamers va il merito di aver accolto la richiesta di aiuto da parte del sistema sanitario locale, decidendo di mettere a disposizione il loro ingegno per realizzare una grande impresa in condizioni socio-sanitarie difficilissime.
Noi abbiamo deciso di raccontarvi questa storia straordinaria fatta di tecnologia e riscatto sociale affinché sia fonte di ispirazione per tutte quelle donne che sperano e sognano di proseguire l’istruzione in Afghanistan o in altri Paesi del mondo dove l’indice di alfabetizzazione femminile è ancora drammaticamente basso.
Continuate a seguirci per scoprire le prossime storie di donne che stanno cambiando il mondo.