Come si combatte il Gender Gap? Intervista ad Alessandra Dorigo, Assessore alle Pari Opportunità della città di Rivoli
Girls Tech ha intervistato Alessandra Dorigo, Assessore alle Pari Opportunità della città di Rivoli. Interessanti spunti di riflessione che riguardano l’impegno della politica nella lotta al gender gap in ambito STEM e sociale sono emersi durante questo incontro.
L’11 febbraio è la giornata mondiale delle donne nella scienza. Assessore, in quale misura la scienza e l’uguaglianza di genere sono importanti per la crescita e lo sviluppo della società?
“La scienza ha da sempre svolto un ruolo fondamentale per il progresso e per il benessere della società. La donna negli ultimi decenni ha avuto un accesso più agevolato all’istruzione, basti pensare che il 60% delle persone laureate attualmente è di sesso femminile. È cresciuto, inoltre, l’interesse in ambito STEM. Il grande vantaggio di questo crescente fenomeno è quello di poter avere una seconda opinione, un secondo punto di vista, che prima non era mai stato preso in considerazione. Oggi, quindi, abbiamo la possibilità di avere un approccio più pratico alle scoperte scientifiche della società”.
Negli ultimi anni molti sforzi sono stati fatti per far fronte alla disuguaglianza sociale a favore dell’inclusività in ambito STEM. Tuttavia, c’è ancora molto da fare, basti pensare che a oggi le donne sono meno del 30% dei ricercatori in tutto il mondo. In Italia, secondo i dati Eurostat siamo solamente al 23° posto con il 35% circa di donne scienziate e ingegneri. Quali sono a suo avviso i pregiudizi ancora da abbattere?
“In una società in cui le donne hanno possibilità di accedere all’istruzione – e bisogna ricordarsi che non è così ovunque – abbiamo assistito a un aumento di interesse nell’ambito scientifico. Il pregiudizio va ricercato nella nostra struttura sociale quando si afferma che una professionista deve scegliere tra famiglia e carriera. Spesso si pensa che i figli potrebbero essere un peso per la donna, invece sono un plus, un bagaglio di esperienze. Bisognerebbe sempre prendere in considerazione le capacità piuttosto che il “peso” della famiglia e dei figli. Una donna lavoratrice è una donna che può avere una famiglia, se lo desidera, senza che ciò influisca in alcun modo negativamente sul suo percorso lavorativo”.
Quali sono le vie più efficaci da percorrere per favorire l’inclusività di genere? Da dove bisogna partire?
“A mio avviso, bisogna partire da tre temi principali: istruzione, sostegno alle famiglie e modelli positivi a cui le nuove generazioni possano ispirarsi. È importante dare la possibilità alle famiglie di sostenere i propri figli nell’istruzione, questo vale ovviamente sia per i maschi che per le femmine. È essenziale, inoltre, educare i figli a essere autonomi in base alle proprie esigenze. E, infine, penso che sia fondamentale fornire dei modelli positivi che riguardano la presenza femminile in ogni ambito della società soprattutto in quello scientifico, invogliando così le nuove generazioni a eguagliare e promuovere questi modelli”.
Assessore, il presente ci pone, dunque, sfide complicate da affrontare. In questa battaglia che ruolo svolge la politica?
“La politica svolge un ruolo molto importante in quanto raccoglie le richieste dei cittadini e può utilizzarle per stimolare il tessuto sociale. Parlando di Rivoli, il mio territorio, la prossima settimana si costituirà la “consulta delle donne” che raggrupperà figure di diverse professionalità incaricate di raccogliere i bisogni reali dei cittadini. Come assessore alle pari opportunità sto cercando di portare avanti diversi progetti come la prevenzione, la lotta alla violenza di genere e il tema dell’istruzione”.
Come se lo immagina il futuro?
“Senza quote rose. È una provocazione. Questo non vuol dire che le donne non devono essere rappresentate, anzi, ma vuol dire che la donna non deve essere una “quota rosa”. Non devono esserci differenze: le donne, esattamente come gli uomini, devono essere premiate in base alle proprie esperienze”.
Le andrebbe di lanciare un messaggio alle future generazioni?
“Il messaggio si riassume in 4 punti: studio, viaggio, tradizioni e impegno nel sociale. Lo studio è fondamentale per cercare di capire gli sbagli del passato ed evitare di rifarli nel futuro. È importante conoscere la cultura e il nostro territorio scoprendo le tradizioni locali. Per quanto riguarda l’impegno sociale è difficile oggi coinvolgere i più giovani, nonostante il volontariato giochi un ruolo fondamentale nella nostra società. Un sorriso di una persona aiutata può sicuramente ricambiare tutto il tempo dedicato agli altri”.
Alessandra (quindi anche fuori dal suo ruolo istituzionale), se avesse la bacchetta magica, che tutto permette di fare senza fatiche e senza limiti, cosa farebbe? Ci dice 3 cose che farebbe subito senza neanche pensarci tanto? (non solo a livello locale)
“Tutti sicuramente desideriamo in primis uscire presto dalla pandemia. Un desiderio lo spenderei sul tema del lavoro declinato per i più giovani. Il mio secondo desiderio è sulla sicurezza intesa come difesa nei confronti delle donne, arginando gli episodi di femminicidio, drammaticamente aumentati con la pandemia. Utilizzerei infine l’ultimo desiderio per il rilancio economico sul tema della cultura e delle eccellenze italiane con uno sguardo importante rivolto all’ambiente”.
Continuate a seguirci per scoprire le prossime storie di donne che stanno cambiando il mondo. Noi continueremo a raccontarvi le loro visioni e i loro sogni perché crediamo che un mondo STEM più inclusivo e senza differenza di genere sia possibile.