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Tag: Missioni Nasa

Dalla Luna a Marte: i sogni (STEM) di “Astro Giulia”

Come potrebbe cambiare la prospettiva dell’uomo a seguito della recente scoperta su Venere? Come si combatte il gender gap in ambito STEM? Perché è così importante per l’uomo andare su Marte? Quanto contano i sogni per diventare astronauta? Di questo e molto altro ancora “Astro Giulia” (scrittrice e aspirante astronauta) ci parlerà all’interno di questa intervista.

Giulia, 3 aggettivi per descriverti.

Efficiente, perché tutte le volte che mi ritrovo a fare un lavoro, la cosa che conta è arrivare al risultato. Sono molto determinata da questo punto di vista. Ho sempre piani, scalette e piccoli obiettivi da raggiungere. Creativa, perché non sono mai ferma un secondo e mi trovo sempre qualcosa da fare, non solo nel campo della scrittura… Perché Poliedrica?  Perché faccio tante cose in tanti campi diversi. Sono abbastanza poliedrica, ma non politecnica però”.

Astro Giulia”, questo è il tuo account instagram. Quanto ti descrive questo aggettivo? Astronauta si diventa? Da dove nasce questa smisurata passione per l’astronomia?

Astro descrive la parte di me che è appassionata di astronautica e di spazio. Questa storia di Astro Giulia è cominciata nel 2016, quando avevo circa 16 anni. Volevo imitare gli astronauti, quelli veri, che sui social si chiamavano astro qualcosa… In questo modo ho dato il via a un fenomeno per il quale tante altre persone appassionate di spazio si sono chiamate anche loro in questo. Astronauta chiaramente si diventa. Io sono dell’idea che i tratti delle persone possano essere migliorabili. Lo vedo come un processo in divenire. Ho scoperto tutto il campo dell’astronautica e dell’ingegneria quando ero in terzo liceo, quando l’astronauta Samantha Cristoforetti è andata nello spazio. Grazie a lei ho scoperto tutto questo mondo. Mi ha appassionato tantissimo tutto il campo del progettare e del capire come andiamo nello spazio”.

Nel 2018 è stato pubblicato “Ad Martem 12”, il tuo primo romanzo di fantascienza che parla della vita dei primi esseri umani nati sul pianeta Marte. Il tuo libro si basa sui tuoi studi scientifici, frutto di un lungo lavoro effettuato per un concorso aerospaziale nel 2016 all’Odysseus Space Contest. Ti va di raccontarci questa tua esperienza? Che cosa rappresenta per te Marte?

“Nel 2016 ho deciso di partecipare a questo concorso su consiglio del mio professore di fisica e ho deciso di trascinarmi dietro un mio compagno di classe. Volevamo sviluppare il progetto di una base su Marte. In qualche modo siamo riusciti ad andare avanti nella competizione e credo che questo sia stato molto incentivante perché abbiamo cominciato a parlare con esperti e con professori del Politecnico. Abbiamo iniziato a studiare di più la questione, approfondirla e sviluppare il progetto sempre di più, fino a quando non abbiamo vinto le semifinali internazionali e ci siamo trovati a volare in Belgio per le finali europee.

Qui mi sono ritrovata a per la prima volta a presentare il mio progetto in inglese di fronte a una giuria internazionale di esperti. Quello è stato il momento in cui ho iniziato a pensare che forse effettivamente qualsiasi cosa potesse accadere. Insomma, se io mi impegnavo le cose potevano accadere perché, accidenti, ero in Belgio a parlare di un progetto scientifico che avevo sviluppato! È stata una cosa incredibile. Poi la competizione non l’abbiamo vita perché ha vinto un team portoghese che aveva progettato un rover pazzesco, però quello che mi ha dato quella competizione è stato tantissimo: mi sono ritrovata con una tale quantità di conoscenze riguardo la fattibilità delle missioni su Marte che non era nemmeno normale per una ragazzina di 17 anni.

Quello è stato il momento in cui ho deciso che mi sarebbe piaciuto diventare un’esperta delle missioni su Marte, qualcosa che ancora adesso sto cercando di perseguire. Quello è stato anche il momento in cui ho deciso di scrivere il mio primo romanzo Ad Martem 12. Sono sempre stata appassionata di scrittura e scrivere un libro è sempre stato il mio sogno, ho pensato di applicare quelle conoscenze a una storia. Siccome avevamo progettato un ambiente abitabile sulla superficie di Marte e siccome essendo abitabile ci sarebbero dovute teoricamente andare delle persone, ho iniziato a domandarmi: “e se ci fossi nata io lì, se fossi stata cresciuta su Marte in che modo vedrei la Terra? In che modo vedrei  l’umanità?. Insomma, che visione avrei del mondo? Marte è diventato un pianeta a cui mi sono affezionata particolarmente. Adesso sto lavorando a due ricerche internazionali, due programmi di ricerca, entrambi relativi a Marte: una riguarda le radiazioni cosmiche e l’altra riguardo alla sostenibilità delle missioni dello spazio. Diciamo che sto continuando a perseguire il mio sogno di diventare esperta di missioni su Marte, ma sarà un lungo viaggio”.

Nel 2019 hai ottenuto un importante riconoscimento in campo astronomico diventando la coordinatrice nazionale dell’MVA (Moon Village Association), l’associazione globale non governativa fondata a Vienna nel 2017 con l’obiettivo di promuovere la realizzazione di un villaggio lunare e le missioni lunari umane. Perché è ancora importante per l’uomo andare sulla Luna?

“In passato siamo andati sulla Luna per ragioni politiche. Adesso ci stiamo tornando per la scienza, perché c’è ancora tantissimo da scoprire. La Luna sarà il punto di partenza per arrivare su Marte. Noi andremo sulla Luna per restarci con uno stabilimento autonomo, che sarà molto simile rispetto a quello che avremo su Marte. La differenza è che Marte è a 6 mesi di viaggio con un segnale elettromagnetico che impiega 10 minuti per andare e per tornare. La Luna è invece qui dietro, a qualche giorno di distanza. La Luna sarà un luogo di prova, di test per le nostre tecnologie, per capire se siamo in grado di andare su Marte”.

Venere, il Pianeta più splendente torna in questi giorni ad affascinare e incuriosire il nostro immaginario a seguito della recente scoperta secondo la quale vi sarebbero tracce di vita nella sua atmosfera. Ti va di commentare questa notizia con noi? Se tutto ciò fosse davvero confermato, che cosa cambierebbe per l’uomo?

“La recente scoperta che è stata fatta su Venere non ci dice con certezza che ci sia davvero vita nell’atmosfera di Venere. La fosfina è stata trovata in una quantità così abbondante che gli scienziati non riescono a spiegarselo. Loro hanno avanzato diverse opzioni per spiegare chimicamente o fisicamente la presenza di questa molecola. Hanno fatto i loro calcoli numerici, i loro ragionamenti e nessuno è risultato corretto. L’unica soluzione altrimenti possibile è che la fosfina sia originata da organismi viventi. Tuttavia, non è 100% confermato che si tratti di vita perché potrebbero esserci altre soluzioni che al momento ancora non conosciamo. Nel momento in cui noi troveremo altre specie da altre parti dell’universo, finalmente potremmo capire qual è l’origine della vita perché noi abbiamo determinate teorie. Trovare la vita da qualche altra parte e capire come si è originata potrebbe avere dei riscontri per capire come la vita si sia originata sulla Terra”.

Lo scorso 2 febbraio, al TEDxTorino ci hai fatto comprendere l’importanza di avere coraggio di esplorare e di mettersi in gioco. Quanto contano i sogni per il raggiungimento di un obiettivo così ambizioso? 

“Io ho il grande sogno di diventare astronauta, che è un sogno enorme, lontanissimo e difficilissimo. Penso che i sogni siano il motore che ci consentono di andare avanti durante i periodi difficili e ci portano in luoghi che mai ci immagineremmo. Ci danno opportunità che mai ci immagineremmo…”.

Che effetto ha avuto sulla tua personale esperienza la figura di Samantha Cristoforetti?

Samantha Cristoforetti è stata la persona grazie alla quale ho trovato la mia strada. Quindi, per questo motivo per me lei significa molto. Io ancora adesso continuo ad avere grande ammirazione nei suoi confronti perché lei non è solo un astronauta. Lei è anche un pilota militare e una mamma. Al momento è in Cina, che studia cinese e si allena con i taikonauti. Io trovo che sia una cosa incredibile riuscire a fare tutto questo. Lei è il mio idolo, il mio esempio di realizzazione”.

Secondo Giulia come si combatte il gender gap? È qualcosa su cui rifletti anche per quello che potrebbe essere il tuo lavoro del futuro? Lancia un messaggio a tutte quelle ragazze che come te sono appassionate di materie STEM. 

“Io non do peso al fatto di essere donna perché la scienza è per tutti. La scienza ha bisogno di tutti; ha bisogno di attenzione, non importa chi siamo, l’importante è che siamo appassionati per quello che facciamo. Lo STEM è un mondo meraviglioso; la scienza è qualcosa di veramente bellissimo. È un mondo che è complesso e impegnativo perché ci sono materie non troppo facili da studiare, da comprendere e da affrontare. Si tratta di qualcosa che richiede anche dei sacrifici, La scoperta scientifica, la ricerca e tutto ciò che in qualche modo aiuta la nostra società, migliora e porta al progresso penso sia qualcosa di incredibilmente importante e che abbia bisogno di persone appassionate. Quindi se voi sentite che questa è la vostra vocazione e che è quello che volete fare, venite perché la scienza vi accoglie a braccia aperte”.

Continuate a seguirci per scoprire le prossime storie di donne che stanno cambiando il mondo. Noi continueremo a raccontarvi le loro visioni e i loro sogni perché crediamo che un mondo STEM più inclusivo e senza differenza di genere sia possibile.